In tempi di carestia, i ragazzi erano soliti andare in giro con le tasche piene di lupini "sanati", che mangiavano lasciando una scia di bucce. Oggi, più che un alimento, li troviamo come passatempo alle sagre e alle fiere paesane dove vengono venduti nelle bancarelle. I lupini sono i semi di una pianta alta fino a un metro e con foglie palmate, il Lupinus albus. I suoi semi sono grossi come un fagiolo, schiacciati, di colore bianco o leggermente bruno.
I lupini, come gli altri legumi, sono ricchi di proteine, sali minerali e vitamine e ancora oggi sono alla base della dieta quotidiana di alcune popolazioni asiatiche, africane e sudamericane. In Italia sono consumati soprattutto come snak o serviti come antipasto. La loro lavorazione prevede una fase di cottura in acqua salata e una serie di lavaggi in acqua, necessari per eliminare le sostanze ancora presenti nei lupini appena cotti, che li rendono amari e quindi immangiabili. Durante questi lavaggi in acqua i lupini vengono acidificati, in modo da raggiungere un Ph intorno a 4, in grado di inibire la crescita dei microrganismi dannosi. L’ultima fase prevede la salatura dei lupini e il loro confezionamento, in atmosfera controllata o in salamoia. Le confezioni in salamoia vengono poi sottoposte a sterilizzazione. Ideali come snak o serviti come antipasto.
Da stuzzichino protagonista dell'aperitivo mediterraneo ad alleato contro colesterolo e pressione. A scoprire le virtù 'salvacuore' del lupino sono alcuni studi italiani e internazionali condotti all'interno del progetto europeo Healthy - Profood e illustrati a Milano, nel corso di un convegno. ''Già' noto in epoca romana il lupino sta suscitando grande interesse da parte dei ricercatori, che ne stanno scoprendo virtù terapeutiche inaspettate: si e dimostrato che il consumo di lupini svolge un'azione importante nel ridurre i livelli di colesterolo e nel prevenire ipertensione e diabete. Non solo: l'analisi dimostra che il lupino si candida a diventare 'la carne dei vegetariani'. ''E' infatti il legume più ricco di proteine: con una percentuale del 35-40% supera soia, piselli, fagioli e ceci. Così un gruppo di ricercatori milanesi guidato da Sirtori ha dimostrato che, negli animali, una modesta aggiunta di lupini alla normale dieta può ridurre la colesterolemia in modo significativo. Ricerche confermate sull'uomo: un recente studio condotto in Polonia da Marek Naruszewicz del National Food and Nutrition Institute di Varsavia su 55 pazienti ipercolesterolemici ''ha evidenziato con un consumo quotidiano di mezzo litro di latte di lupino, un calo del colesterolo totale del 10% e del colesterolo 'cattivo' (Ldl) superiore al 12%. E questo dopo solo un mese di trattamento''. Ma i benefici per la salute non si fermano qui. 'Il lupino ha effetti ipotensivi. Da uno studio condotto in Finlandia dalla dottoressa Riitta Korpela emerge che il legume e' efficace nella riduzione della pressione arteriosa. Infine, al contrario della soia, il lupino non contiene fitoestrogeni (isoflavoni), deboli sostanze ormoniche per i quali sono state poste severe restrizioni in diversi Paesi occidentali''. ''Per le sue caratteristiche nutrizionali il lupino è l'unico legume che può sostituire la soia. Il suo contenuto in proteine può raggiungere infatti il 40% (100 grami di legume secco contengono 40 grammi di proteine, la meta' del fabbisogno quotidiano per un adulto) e quello di olio il 12%, con una significativa presenza di aminoacidi essenziali. Il latte di lupino, dunque, puo' costituire un'interessante alternativa per i celiaci o per i bimbi intolleranti al lattosio. Inoltre il seme di questo legume ha altre caratteristiche nutrizionali interessanti: quantità minime di fitati, inibitori della tripsina, lectine, saponine e oligo-zuccheri, tutti composti che rendono poco digeribili i legumi che non siano stati sottoposti a cottura prolungata''. Insomma, i ricercatori vedono un futuro importante per questo antico legume. ''Il nostro progetto - conclude l'esperta - dimostra come la ricerca italiana, qualora riceva finanziamenti adeguati, sia in grado di eccellere a livello internazionale anche nel settore dei prodotti dietetici''.
I lupini, come gli altri legumi, sono ricchi di proteine, sali minerali e vitamine e ancora oggi sono alla base della dieta quotidiana di alcune popolazioni asiatiche, africane e sudamericane. In Italia sono consumati soprattutto come snak o serviti come antipasto. La loro lavorazione prevede una fase di cottura in acqua salata e una serie di lavaggi in acqua, necessari per eliminare le sostanze ancora presenti nei lupini appena cotti, che li rendono amari e quindi immangiabili. Durante questi lavaggi in acqua i lupini vengono acidificati, in modo da raggiungere un Ph intorno a 4, in grado di inibire la crescita dei microrganismi dannosi. L’ultima fase prevede la salatura dei lupini e il loro confezionamento, in atmosfera controllata o in salamoia. Le confezioni in salamoia vengono poi sottoposte a sterilizzazione. Ideali come snak o serviti come antipasto.
Da stuzzichino protagonista dell'aperitivo mediterraneo ad alleato contro colesterolo e pressione. A scoprire le virtù 'salvacuore' del lupino sono alcuni studi italiani e internazionali condotti all'interno del progetto europeo Healthy - Profood e illustrati a Milano, nel corso di un convegno. ''Già' noto in epoca romana il lupino sta suscitando grande interesse da parte dei ricercatori, che ne stanno scoprendo virtù terapeutiche inaspettate: si e dimostrato che il consumo di lupini svolge un'azione importante nel ridurre i livelli di colesterolo e nel prevenire ipertensione e diabete. Non solo: l'analisi dimostra che il lupino si candida a diventare 'la carne dei vegetariani'. ''E' infatti il legume più ricco di proteine: con una percentuale del 35-40% supera soia, piselli, fagioli e ceci. Così un gruppo di ricercatori milanesi guidato da Sirtori ha dimostrato che, negli animali, una modesta aggiunta di lupini alla normale dieta può ridurre la colesterolemia in modo significativo. Ricerche confermate sull'uomo: un recente studio condotto in Polonia da Marek Naruszewicz del National Food and Nutrition Institute di Varsavia su 55 pazienti ipercolesterolemici ''ha evidenziato con un consumo quotidiano di mezzo litro di latte di lupino, un calo del colesterolo totale del 10% e del colesterolo 'cattivo' (Ldl) superiore al 12%. E questo dopo solo un mese di trattamento''. Ma i benefici per la salute non si fermano qui. 'Il lupino ha effetti ipotensivi. Da uno studio condotto in Finlandia dalla dottoressa Riitta Korpela emerge che il legume e' efficace nella riduzione della pressione arteriosa. Infine, al contrario della soia, il lupino non contiene fitoestrogeni (isoflavoni), deboli sostanze ormoniche per i quali sono state poste severe restrizioni in diversi Paesi occidentali''. ''Per le sue caratteristiche nutrizionali il lupino è l'unico legume che può sostituire la soia. Il suo contenuto in proteine può raggiungere infatti il 40% (100 grami di legume secco contengono 40 grammi di proteine, la meta' del fabbisogno quotidiano per un adulto) e quello di olio il 12%, con una significativa presenza di aminoacidi essenziali. Il latte di lupino, dunque, puo' costituire un'interessante alternativa per i celiaci o per i bimbi intolleranti al lattosio. Inoltre il seme di questo legume ha altre caratteristiche nutrizionali interessanti: quantità minime di fitati, inibitori della tripsina, lectine, saponine e oligo-zuccheri, tutti composti che rendono poco digeribili i legumi che non siano stati sottoposti a cottura prolungata''. Insomma, i ricercatori vedono un futuro importante per questo antico legume. ''Il nostro progetto - conclude l'esperta - dimostra come la ricerca italiana, qualora riceva finanziamenti adeguati, sia in grado di eccellere a livello internazionale anche nel settore dei prodotti dietetici''.